Chiesa dell’oratorio

Chiesa dell'oratorio

Edificata nel 1746 nella piazzetta davanti a San Giovanni Battista per accogliere la Congregazione della Morte ed Orazione, successivamente fu adibita a cappella ducale.
Aula rettangolare con transetto posto ad una quota più alta, volta a botte, campanile con copertura cupoliforme.
La facciata rettangolare incorniciata da quattro lesene con capitelli corinzi, è sormontata da un timpano triangolare.
Il portale è incorniciato invece da un timpano semicircolare. Nel lato a valle c’è una loggetta sostenuta da tre mensole in pietra sagomate, con due arcate.

Teatro comunale

Teatro Comunale

«Grazie dell’alto favore e del nobile riconoscimento. Mi auguro mi sia dato incontrare un giorno gli Amici lontani all’ombra dei monti»Gabriele D'Annunzio

Così scriveva Gabriele D’Annunzio, in un telegramma inviato nel 1912 alla Società Filodrammatica di Alvito, che, precedentemente dedicata a Giuseppe Giacosa, aveva voluto intrecciare la sua storia con il nome del poeta abruzzese.
Proprio nel 1912, e precisamente il 19 settembre, veniva inaugurato il nuovo Teatro comunale, il cui restauro, su progetto del Prof. Arch. Silvio Castrucci (1854-1919), permise di riaprirne i battenti alle attività culturali, le sole per le quali il locale doveva essere utilizzato, così come previsto dall’atto, un vero e proprio codicillo spirituale, con cui la cordata di 21 alvitani aveva donato, nel 1839, la dimora dell’antica feudalità alla cittadinanza (vedi Gennaio).
La nuova veste del locale, in stile liberty, seppur modificata in occasione dei restauri successivi al sisma del 1984, ha accolto fino ad oggi la popolazione in occasione della rappresentazione di commedie e drammi.
Questa più recente storia, oltre che testimonianza della vivacità artistica della cittadina ducale, e quindi della sua memoria collettiva, configura anche la cornice ideale entro cui cingere la storia più antica del locale ad uso di teatro.
Posto al primo piano di Palazzo Gallio, a conclusione del tardo-seicentesco scalone, è costituito da un ambiente rettangolare piuttosto ampio e coperto da una volta a padiglione. Sulla parte di essa che sovrasta la tribuna ancora riecheggia il fasto ducale, con la presenza centrale dello stemma Gallio, intrecciato con quello della famiglia Trivulzio, mentre ai due lati compaiono le armi della famiglia Bonelli (a sinistra) e di Papa Pio IV de’ Medici (a destra). In passato, infatti, lo stesso locale aveva avuto la funzione di “Sala del Trono”, luogo di rappresentanza per eccellenza della feudalità cominese.

Palazzo Monaco

Edificio storico del XIX secolo. Si sviluppa su tre livelli. Di proprietà della famiglia Monaco. Ristrutturato mantenendo intatte le caratteristiche architettoniche. Il piano terra e il primo piano presentano soffitto a volte. Arredamento con mobili d’epoca. Presente una cappellina interna. Iscritto all’ADSI sezione Lazio.
Presente sulla sezione i luoghi del cuore del FAI.